La Maledizione degli Yogo
Curato da Gianluca Nannetti (Kitsuki Takeda)
Tratto da “The Way of the Scorpion” di John Wick (AEG)
Le ombre del tramonto si allungavano nella stanza. Lo shugenja della Fenice
si inginocchiò di fronte al suo wakizashi e sospirò, con la testa chinata ed il respiro
pesante. Gli occhi erano rossi per le lacrime, ma la sua pena non intaccava la sua
risolutezza.
Con calma la Fenice prese un foglio di carta tra le mani. Le ultime parole che
avrebbe mai scritto. Poi afferrò il wakizashi, lo estrasse dal suo fodero e lo puntò
contro il suo...
“Aspetta” disse una voce dietro di lui.
Lo shugenja si voltò con gli occhi fiammeggianti di rabbia, “Chi osa...?”
Una figura avanzò dalle ombre, una figura che lo shugenja conosceva bene.
“Sono io” disse la figura. “colui che osa tutto”.
“Bayushi” lo shugenja sussurrò il nome tra i denti.
Lo Scorpione annuì. “Sì. Ho saputo del tuo... dilemma. Ho una soluzione
decisamente meno dolorosa”.
Improvvisamente l’odio dello shugenja scomparve, sostituito dalla speranza.
“Sai come rimuovere la maledizione?”
Bayushi scosse la testa. “No. Quella conoscenza non rientra nelle mie
capacità”.
Lo shugenja improvvisamente realizzò di essere in piedi. Il mento gli cadde
nuovamente sul petto e le gambe gli cedettero. Cadde sul pavimento piangendo.
“Maledetto!” gridò, come se la stessa Luna potesse sentirlo. “Maledetto per
sempre!”.
“A tradire coloro che ami di più”, finì Bayushi.
Lo shugenja annuì. Sospirò per un po’, poi il suo pugno si strinse attorno alla
lama. “Se solo...”
“Se solo?”
“Se solo potessi fargliela...”
“Fargliela pagare?”
Lo shugenja alzò lo sguardo. Bayushi poteva vedere l’odio negli occhi
dell’uomo, anche attraverso l’oscurità. “Sì. Fagliela pagare. A tutti loro.”
Lo Scorpione avanzò. “Possiamo. Insieme possiamo fargliela pagare”.
Lo shugenja scosse la testa. “No. Non c’è modo. Anche con tutta la mia
conoscenza, la maledizione non può essere spezzata. Sono condannato a tradire
coloro che amo”.
Bayushi si inginocchiò vicino a lui ed appoggiò la mano sulle sue spalle. C’era
un sorriso sul suo volto, ed un luccichio nei suoi occhi.
“Ma Yogo.
Tu non mi ami”.
Durante la grande guerra contro il loro fratello oscuro, i figli del Sole e della Luna si circondarono di molti seguaci. Uno di coloro che seguirono Bayushi era l’uomo che si chiamava Yogo. Tuttavia
Bayushi non fu il primo Kami che Yogo aveva seguito.
All’inizio della guerra, Yogo era uno dei seguaci di Shiba ed indossava il mon della Fenice sul suo kimono. Era un abile shugenja, di grande utilità per il Clan. Tuttavia dopo una brillante vittoria, Yogo venne maledetto da un maho-tsukai, uno stregone seguace di Fu Leng. Gli shugenja della Fenice riconobbero la magia oscura che stava distorcendo il chi di Yogo, ma nonostante tutto i loro tentativi, la loro conoscenza limitata del maho, la proibita magia del sangue, non era sufficiente a rimuovere la maledizione. Tuttavia furono in grado di identificarla: Yogo era destinato – nel momento più cruciale della sua vita – a tradire chi amava di più. La maledizione inoltre si sarebbe trasmessa ai suoi figli, ai figli dei suoi figli ed a tutti colori che avrebbero portato il suo nome.
Dove la Fenice aveva visto tragedia, Bayushi vide opportunità.
Si avvicinò allo shugenja maledetto nella speranza di fermare il suo gesto estremo e convincerlo ad unirsi a lui. Dopo molte ore, lo shugenja acconsentì. Si sarebbe unito ai seguaci di Bayushi se ciò gli avrebbe permesso di vendicarsi del dio oscuro. Bayushi promise che avrebbe onorato la richiesta dello shugenja.
Sin dal primo shugenja a portare tale nome, tutti gli Yogo sono nati con la terribile maledizione scagliata da Fu Leng.
Con una maledizione così potente ad influenzare la linea di sangue, molti si chiedono come la famiglia Yogo sia potuta sopravvivere per oltre mille anni. La verità è che mentre molti interpretano “Tradimento” nel modo più drammatico ed estremo possibile, il destino spesso è molto meno melodrammatico. Se un giovane uomo tradisce il suo vero amore e si sposa con un’altra ha soddisfatto i requisiti della maledizione, anche se le conseguenze sono relativamente minori. Anche se un bambino ruba o rompe un cimelio di famiglia, è un tradimento.
Un effetto collaterale della maledizione, che molti non Scorpioni non sanno, è che un individuo conosce istintivamente quando ne sono statisoddisfatti i termini.
Ovviamente ci sono studiosi e archivisti tra gli Yogo che ricercano quali individui abbiano già soddisfatto la maledizione. Solitamente più una persona è anziana, più gli effetti della maledizione sono drammatici, per questo motivo coloro che non l’hanno ancora portata a compimento sono progressivamente esclusi dagli incarichi importanti con il passare degli anni.
Sfortunatamente esistono anche coloro che scelgono di mentire sulla maledizione, piuttosto che vedere il proprio ruolo scemare.
L’attuale daimyo della famiglia, Yogo Junzo, dichiarò di aver soddisfatto la maledizione da giovane, quando tradì il suo sensei per un altro istruttore. All’insaputa di tutti, questa è una menzogna architettata da Junzo per assicurare il proprio posto come daimyo.
E questa menzogna può essere la causa della caduta dell’Impero Smeraldo...
Maho
Sebbene la storia insegni che lo stesso Isawa utilizzò il maho per difendere la propria città di Gisei Toshi, dopo l’arrivo di Shinsei e Shiba fu portato alla luce come tale tipo di magia comporti la progressiva corruzione dell’anima.
Coloro che praticano il maho finiscono per servire Fu Leng, poiché l’uso di tale magia ne richiede l’intercessione, indipendentemente che l’utilizzatore ne sia consapevole o meno. Sebbene un singolo ricorso è possibile senza conseguenze durature, ogni successivo utilizzo rende la magia più facile e più efficace, ma rende anche sempre più difficile resistere alla chiamata del Dio Oscuro.
Il più grande stregone di tutti i tempi fu Iuchiban. Vissuto secoli fa, assieme alla setta dei Blood Speakers, da lui creata, rappresentò una delle minacce più pericolose che l’Impero abbia mai affrontato... ma questa è un’altra storia.
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